domenica 15 aprile 2012

Scrivere per il cinema

Di solito chi ama la scrittura sogna di diventare romanziere. I più velleitari, e spesso ingenui, puntano alla poesia, ma evidentemente non ci si discosta più di tanto dalla carta stampata. Qualcuno con la testa sulle spalle aspira a diventare giornalista, magari avendo in mente i romantici resoconti degli inviati che scrivono dai posti più esotici e avventurosi del globo, per poi rendersi conto che il giornalismo è una dura professione che si impara sulla strada a forza di snervanti attese, inconcludenti buchi nell'acqua e amare delusioni.

Lo stereotipo dello scrittore armato di penna e calamaio, Olivetti lettera 22 o, più recentemente, computer e iPad, col sogno di essere esposto nella vetrina della Feltrinelli dedicata alla top 10, è intramontabile.

Questo è un vero peccato, specialmente in una fase semiologica dominata dal predominio delle immagini e dei suoni sulla parola scritta. I romanzi cosiddetti best seller, con centinaia di migliaia di copie vendute, possono raggiungere svariati milioni di persone quando vengono trasposti in versione cinematografica.

I miei studenti, malgrado i libri che devono leggere per passare gli esami e qualche romanzo più alla moda (soprattutto gialli scandinavi), sono avidi consumatori di serie televisive. Alcuni di loro si misurano addirittura in questa appassionante arte, ottenendo discreti successi con la macchina da presa. La maggior parte delle volte condividono i loro lavori su Vimeo o anche su Facebook, ricevendo dei meritati commenti in favore dei loro prodotti.

Tuttavia non dobbiamo dimenticare che il cinema, la tv e il più recente webcast si basano su un lavoro preliminare di scrittura. Quella che è inizialmente una semplice idea (il soggetto) deve essere elaborato attraverso varie fasi (sceneggiatura, suddivisione in scene, dialoghi, scaletta, copione, etc.) prima di essere filmato.

Oggi esistono numerosi programmi - molti dei quali gratuiti, come Page 2Stage - che assistono lo scrittore nella creazione del copione. Ovviamente bisogna familiarizzare con regole e consuetudini del linguaggio cinematografico, ma di tutorial la rete è piena (il nome del personaggio va centrato e in maiuscoletto, i dialoghi sono centrati ma i margini sono più ampi, e cosi via).

Attualmente esistono numerosi buoni motivi per scrivere un film piuttosto che un romanzo: l'autore è pagato per il proprio lavoro indipendentemente dal numero di spettatori, mentre i guadagni del romanziere sono legati al numero di copie vendute (generalmente solo il 5-15% del prezzo di copertina spetta all'autore); inoltre non è necessario intraprendere alcun faticoso tour di librerie e presentazioni, visto che il produttore del film si prende cura della promozione del prodotto; infine, il mercato per il piccolo e grande schermo è più vasto e fiorente di quello editoriale, con la semplice conseguenza che si guadagna bene.